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Facebook Awards Italia. OVOSTUDIO in giuria per la prima edizione.

Lo scorso 10 ottobre OVOSTUDIO è stata presente nella giuria dei Facebook Award, tenutisi nella sede milanese di Facebook.
Questo particolare evento, alla sua prima edizione, ha visto presentate 9 campagne Facebook di 9 grandi aziende italiane e internazionali, giudicate per quel che riguarda le attività svolte sulla loro pagina aziendale italiana. Casi reputati dallo stesso Facebook delle valide case history, per creatività, innovazione e per adesione alle logiche del social. Un’occasione per noi unica. Innanzitutto, per vedere cosa viene giudicato vincente in questo mondo comunicativo mai uguale a sé stesso e ricco di dinamiche che spesso si dimostrano anche per gli addetti al settore vere e proprie inaspettate soprese. Ma, soprattutto, per cogliere le evoluzioni future, per comprendere verso cosa ci si sta progressivamente spostando, nella consapevolezza che i fermenti sono davvero molti sull’argomento.

Al di là dell’arricchimento che le interessanti discussioni intercorse con i membri della giuria hanno portato con sé e dei giudizi condivisi o meno sulle campagne presentate (il vincitore verrà proclamato a novembre), siamo usciti da quei californiani uffici con un sentimento in bilico tra l’euforia e lo sconforto. L’euforia per l’ambiente, per l’aria di novità racchiusa in quegli uffici. È vero, Facebook è ormai alla ribalta da molti anni, ma qui in Italia il suo eco è sempre stato molto leggero. Lo dimostra il fatto che solo da qualche mese Facebook ha deciso di aprire degli uffici a Milano, segno che forse soltanto ultimamente ci si sta iniziando seriamente a muovere nella direzione già intrapresa dal resto del mondo per quel che riguarda le dinamiche social. E questo non può che generare in noi del settore un grande entusiasmo e una spinta motivazionale nel continuare a migliorarci e investire in queste stesse dinamiche, alle quali crediamo fermamente.

Dall’altro lato lo sconforto, nel vedere che a risultare vincenti e degne di essere menzionate sono proprio le declinazioni di queste dinamiche che meno preferiamo. In questi anni abbiamo sempre cercato di raggiungere dei buoni risultati con il solo “sudore della fronte”, senza ricorrere a logiche a pagamento che abbiamo sempre reputato assurde per un social network. Con le difficoltà che questo ha comportato. A giocare a nostro sfavore non solo i cambiamenti attuati dagli stessi Social, che sempre più cercano di monetizzare le loro piattaforme, ma soprattutto l’attenzione smisurata che questo mondo ha per i numeri, considerati senza una valutazione qualitativa. Vedere che ad essere considerate, non solo premiate, sono esclusivamente case history che hanno fatto dell’investimento monetario la chiave di volta per il successo è una sconfitta per i tentativi di “educazione” che in questi anni abbiamo tentato di fare, su noi stessi e sui nostri clienti.

Gli idealisti sicuramente siamo noi e probabilmente la svolta sarà ripensare le logiche in funzione di come il mercato si sta modificando. Ma “le idee sono essere viventi” rimane la nostra ragion d'essere, alla quale è sempre difficile dare un prezzo.

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