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Vacanza: stop dal lavoro. Non di certo dalla creatività.

Molto spesso si nasconde dietro le cose più impensate. Il gioco di un bambino sulla sabbia, un dialogo alla radio durante il viaggio in macchina, un’immagine stimolante di una fotografia in alta montagna. Non ha confini e non ha locazioni definite, anzi per sua natura è onnipresente e in grado di porsi all’attenzione delle antenne maggiormente percettive. Di cosa si tratta? Dell’idea.

Chi lavora in comunicazione lo sa, molto spesso le migliori idee nascono quando non le si cerca o quando, spremuti dalla fatica di rintracciarle, ci concediamo uno svago qualunque ed eccole spuntare fuori all’improvviso. Così anche una vacanza, in qualsiasi modo la si veda - mare, montagna, tra le mura domestiche - rappresenta uno stop solo dal lavoro fisico ed effettivo, ma non di certo dalla creatività. Essa, infatti, permea la vita delle persone che decidono di porla alla base della loro identità e del loro mestiere, così ogni momento, anche tra i più rilassanti, può trasformarsi nel più produttivo. Il creativo osserva tutto in modi che lo fanno pensare diversamente e “conserva” tutto. Mette da parte lo scetticismo. Non rifiuta niente. Quando gli viene proposto un progetto torna a frugare fra tutte le cose che ha “raccolto”, tira fuori ciò che può essergli utile, lo concepisce in modo nuovo fornendo nuove soluzioni. Lo stimolo gioca un ruolo fondamentale, ed è qui che entra in campo il cliente che con le sue visioni fornisce all’agenzia linfa vitale per la creazione di nuove idee.

Utilizziamo bene quindi il nostro tempo, rigeneriamo il corpo ma soprattutto rigeneriamo la mente, diamole aria, verrebbe da dire, ossia lasciamo che essa possa spaziare e, libera dalla frenesia quotidiana, possa nutrirsi degli stimoli più impensati e al contempo più interessanti. Così capita che quando si comincia a prestare attenzione a qualcosa che non si era mai realmente preso in considerazione in precedenza, si comincia poi a vederla dappertutto. In questi casi ci si sente come se fosse questa cosa a cercare noi e non viceversa. Il beneficio sarà assicurato, in primis perché servirà a far riaffiorare il piacere del lavoro. In secondo luogo perché servirà a rispolverare la nostra capacità di stupirci, quella che per antonomasia spetta ai bambini e che riesce a renderli così intelligenti, spietati e creativi, per l’appunto.

Torniamo a stupirci, liberiamo i nostri sensi dal torpore e dalla monotonia, rizziamo le antenne e guardiamo con occhi “nuovi” qualsiasi cosa o qualsiasi esperienza ci si presenti. Perché l’idea potrebbe essere lì, ad un passo dalla sua materializzazione attraverso la nostra mente e le nostre mani.

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